Riassunto: Silver Surfer è
stato costretto dai poteri mentali dell’alieno Saren
Lotus ad uccidere dei Rigelliani ostili come primo
passo della Ribellione. Nel frattempo Shalla-Bal sta
lavorando assieme a Terrax per recuperare una perduta
tecnologia Zenn-Laviana
#6 – Rigel,
parte 1
di Fabio Furlanetto
Rigel, 860 anni-luce dalla Terra
Norrin Radd non è mai stato un
uomo di molte parole, nemmeno prima di diventare un Araldo. Eppure è strano che
dopo quanto successo non abbia proprio aperto bocca. Esce dall’iperspazio in
silenzio, accompagnato da Joy Traveler che si stringe
a lui mentre la forma olografica di EEVA vola al suo fianco.
Rigel è affascinante come sempre: una colossale stella blu,
quasi ottanta volte più grande del Sole terrestre, la cui luce abbagliante si
riflette sulla pelle argenta del viaggiatore stellare. Ma i suoi pensieri sono
infinitamente più oscuri: come ha potuto lasciare che le sue azioni venissero
manipolate così facilmente? Aveva giurato che nessuno lo avrebbe più
controllato, che sarebbe stato il padrone del proprio destino, ma i suoi nobili
propositi sono evaporati di fronte all’alieno viola.
-Pensi che troveremo qualche
indizio su come fermare Saren qui? – si decide a
chiedere Joy.
-Non lo so. Ma ho causato la
morte di numerosi rigelliani; il minimo che possa
fare è spiegare ai loro familiari come sono andate veramente le cose.
In tutta risposta, due navi
da battaglia si posizionano tra Silver Surfer ed il
pianeta; una manovra impressionante considerata la velocità con cui si sta
muovendo.
<<Attenzione, Silver Surfer,
sono il Comandante Tani della Thor Odinson. Sei accusato di aver ucciso cittadini rigelliani; il tuo permesso di accesso in questo sistema
stellare è stato revocato per ordine dell’Alto Comando. Avvicinati
ulteriormente a Rigel e faremo fuoco>> - comunica via radio una delle navi, le cui armi sono
pronte a fare fuoco.
-Non lo so, mi sembra che si
siano già fatti un’idea precisa – commenta Joy.
-Non c’è alcun bisogno di
ricorrere alla violenza. Mi arrendo – risponde Silver Surfer,
alzando le mani in segno di resa.
Galassia Kree, 180.000 anni-luce dalla Terra
Il laboratorio è
completamente silenzioso. Prima le luci si accendono, risvegliandosi
lampeggiando da un sonno lunghissimo. Poi una porta a tenuta stagna si apre,
lentamente.
I tre visitatori non
potrebbero essere più diversi. Una donna Zenn-Laviana,
il capo coperto da un cappuccio grigio ed il volto parzialmente nascosto da un
respiratore. Una ragazza Skrull che ha usato il
proprio potere mutaforma per cancellare il proprio
naso, al momento inutile data l’assenza d’ossigeno. E Terrax
l’Indomabile, ex araldo del Divoratore di Mondi, che commenta:
-Questa sarebbe la tua
destinazione? Ho visto bordelli Aakon in condizioni
migliori.
-La grandezza può nascondersi
in luoghi inaspettati. Attivare supporto vitale – ordina Shalla-Bal.
Reagendo al comando vocale, i
sistemi della stazione spaziale si attivano ed iniziano a pompare ossigeno
nella stanza... smettendo subito di funzionare, emettendo scintille.
-Il laboratorio sta cadendo a
pezzi; prendiamo quello che dobbiamo e andiamocene di qui – dice la Skrull S’ra, stringendosi al
braccio di Terrax che non si dimostra per nulla
comprensivo.
-Tuo padre ha costruito questa
discarica? Non doveva essere un granché come scienziato.
-Era solo un assistente di Jakos Nor – gli ricorda S’ra.
-Voi due continuate a dire
quel nome come se fosse qualcuno di importante.
-Lo era. Il più grande
scienziato di Zenn-La – risponde Shalla-Bal,
premendo un pulsante sul braccialetto che porta al polso sinistro. Il gioiello
reagisce facendo apparire tra le sue mani un dispositivo che un terrestre
potrebbe scambiare per un cellulare.
-E che ci faceva uno Zenn-Laviano in territorio Kree?
Credevo che il tuo damerino argentato fosse l’unico della vostra razza ad aver
lasciato il pianeta.
-Jakos Nor era un nostalgico di
un’epoca più barbara di Zenn-La, in cui i nostri
antenati erano esploratori e conquistatori.
-Vuoi dire quando avevate
ancora gli attributi e non eravate dei pacifisti senza spina dorsale.
-Le ultime notizie sul suo
conto risalgono a duecento anni fa, quando si rivolse all’Impero Skrull per ricevere assistenza alla sua ricerca.
-Peccato che Jakos e mio padre non riuscirono a convincere l’Impero a
finanziare il loro lavoro, così si vendettero ai Kree
e finirono con il farsi giustiziare. Che è quello che capiterà a noi quando i Kree ci troveranno, quindi sarà meglio andarcene – cerca di
spronarli S’ra.
-Non prima di aver preso
quello per cui siamo venuti fin qui. Terrax, ti
dispiace? – chiede Shalla-Bal, indicando la pesante
porta blindata in fondo alla stanza.
-Sarà meglio che ci sia
qualcosa di interessante – protesta l’Araldo, che inizia a stancarsi di far
parte di un mistero di cui non sa nulla. La sua ascia cosmica apre rapidamente
un varco nella barriera e rivelando l’area nascosta del laboratorio.
La stanza è immersa in una
luce ultraterrena, emessa da un oggetto posizionato su un piedistallo.
Shalla-Bal controlla sul suo scanner le energie emanate dal
dispositivo, e resta senza parole.
-Luce di Deneb...
ce l’ha fatta. Jakos Nor ha
veramente costruito il Dislocatore Quantico.
-E’ un’arma? – domanda Terrax, sempre più confuso.
-Molto di più. E’ l’unica
speranza di Zenn-La.
Rigel-3, 860 anni-luce dalla Terra
I Colonizzatori di Rigel sono una delle razze più avanzate della Via Lattea;
nonostante la loro politica interstellare non sia aggressiva, molti imperi più
militaristi hanno imparato a non suscitare la loro ira. Un intero plotone ha
accompagnato l’atterraggio di Silver Surfer sul
pianeta, e sia l’ex Araldo sia le sue compagne di viaggio Joy ed EEVA sono
stati scortati all’interno di una struttura fortificata. E’ quest’ultima,
l’ologramma solido di un’intelligenza artificiale uraniana, a parlare:
<Non comprendo la tua strategia, Silver Surfer.
Le armi degli indigeni non sono sufficientemente avanzate da ferirti. Non c’era
bisogno di arrendersi>
-Non voglio combattere questa
gente, EEVA. Ho ucciso i loro fratelli.
-Ma eri sotto il controllo
mentale di Saren Lotus – gli ricorda Joy Traveler.
-Questo non fa alcuna
differenza per i morti – risponde Silver Surfer.
-Ma lo fa per il resto della
Galassia. Dovresti essere là fuori a dare la caccia a Saren,
non qui dentro a compiangerti.
Silver Surfer
non sa cosa rispondere, ed è confortato dal non doverlo fare: un Rigelliano interrompe il loro discorso, rivolgendosi a lui
con tono stentoreo.
-Tu vieni con me. La femmina
e l’ologramma saranno interrogate separatamente.
-Hey, noi non abbiamo fatto niente! – protesta Joy.
-Vogliamo confrontare le
vostre versioni. Se sarete giudicate innocenti sarete libere di andarvene.
-Surfer, non mi fido di questa gente – insiste Joy, fissando
il Rigelliano con sguardo ostile.
Joy non comprende i propri poteri,
ma confida di non averne bisogno: il Rigelliano più
imponente supera a malapena il metro e mezzo ed ha la massa muscolare di un
terrestre di dieci anni.
-La violenza non risolve
nulla, Joy Traveler. Ti prego di mostrare rispetto
verso questa gente.
-Okay, ma ancora non mi piace
– risponde perplessa la ragazza, lasciandosi scortare verso un’altra parte del
complesso.
Silver Surfer
segue il Rigelliano fino ad una stanza isolata ed
asettica. Contiene unicamente una sedia al centro ed un banco leggermente
rialzato a pochi metri di distanza.
Ci sono solo due Rigelliani presenti, un maschio ed una femmina, oltre ad un
robot dalle fattezze umanoidi. Il maschio raggiunge Silver Surfer
assieme al robot, che interviene:
-Presentazione: questa unità è
il Registratore 131133.
-Ed io sono Drockum Tamt. Sarò il suo
avvocato durante il processo.
-Quale processo?
-Per la strage di Altair. Il sistema legale di Rigel
le è familiare?
-Per niente; dov’è la giuria?
-Definizione: la funzione di
questa unità è di registrare e trasmettere il processo ai cittadini di Rigel, che su base volontaria possono esprimere il proprio
giudizio. Il loro voto sarà soppesato in base al Quoziente Evolutivo Sociale di
ogni individuo ed il giudice emetterà la sentenza.
-Credo di comprendere; Zenn-La utilizzava un sistema simile prima di utilizzare
giurie computerizzate sia per la giuria che per gli avvocati di accusa e
difesa.
-Non è proprio la stessa
cosa... su Rigel, ogni imputato è avvocato di se
stesso. Non esistono avvocati dell’accusa: mettiamo tutti i fatti a
disposizione della giuria. Ogni Rigelliano memorizza
tutte le nostre leggi ed è perfettamente qualificato ad applicarle. Solo agli
alieni non residenti è assegnato un avvocato d’ufficio.
-Quindi immagino ora vorrà
chiedermi se mi dichiaro innocente.
-No, è del tutto ininfluente
come lei si dichiara: saranno i fatti e la legge a decidere. Siamo pronti per
iniziare, Giudice Terswal.
-Molto bene. Si dia inizio
alla registrazione – risponde la femmina, riferendosi al Registratore.
-Definizione: il processo di
Rigel-3 contro Norrin Radd
ha ora inizio.
Joy Traveler
non è per niente a proprio agio. Non è solamente l’atteggiamento ostile dei Rigelliani, è anche il modo in cui l’edificio è stato
costruito: per gli standard di un essere umano, l’architettura rigelliana può essere claustrofobica. Ed anche se Joy non è
umana, non ricorda a sufficienza della propria vita passata da soprassedere a
certe piccole cose.
-Dove stiamo andando?
-Siete due forme di vita
sconosciute. Dobbiamo analizzarvi prima di procedere con l’interrogatorio.
-Non vi ho dato il permesso
di farlo – protesta Joy, che ha avuto pessime esperienze con gli scienziati
troppo curiosi. EEVA invece ha notato qualcosa di particolare.
<Interessante: la tecnologia rigelliana è
visibilmente più primitiva di quella di Urano, tuttavia i loro sensori hanno
capito che non sei veramente quello che appari. Ai miei occhi sei ancora
Uraniana, quindi almeno in alcuni campi sono più progrediti di me>
-Vuoi dire che potrebbero
sapere che cosa sono veramente?
<E’ una possibilità remota. Tuttavia, potrebbero fornire maggiori indizi>
-E va bene. Non mi piace, ma
se Surfer si fida di loro non devono essere così
male.
Cygnus X-1, 6070 anni-luce dalla Terra
Questo sistema stellare è un
piccolo capolavoro della natura, anche se la galassia è piena di meraviglie
ancora più strane. Una enorme stella supergigante blu ed un buco nero orbitano
attorno al comune centro di massa; la singolarità del buco nero divora il sole
strappando dalla sua superficie milioni di tonnellate di materiale. I getti relativistici
inondano di raggi X l’intero settore, rendendo la maggior parte dei sensori
inaffidabile.
Dalla propria postazione, Saren Lotus può godere di una vista impareggiabile e di un
sostanziale aiuto nel nascondere la propria nave da sguardi indiscreti. Il suo
consiglio di guerra, però, non condivide la scelta della posizione della loro
base, come espresso da un Kymelliano:
-Abbiamo perso i contatti con
i nostri agenti su Kymellia. Come pensi di guidare
una ribellione galattica se dobbiamo costantemente nasconderci?
-Parla per te. I miei
sottoposti non hanno alcun problema di comunicazione – si vanta l’Ovoide.
Saren non è per nulla felice. Mantiene la calma, ma nel suo
tono di voce c’è disapprovazione.
-Olon. Hai tenuto per te la tecnologia del tuo pianeta,
invece di condividerla?
-Naturalmente no, Saren. Semplicemente, la mia gente è più avvezza ad
utilizzare i comunicatori telepatici. Non si può fare niente per...
-Riflettici bene, Olon – lo interrompe Saren,
fissandolo negli occhi.
-Troverò una soluzione –
risponde immediatamente l’Ovoide.
-Siete dei codardi; invece di
nasconderci, dovremmo attaccare! – protesta il Badoon,
sbattendo il pugno sul tavolo... o almeno inizia a farlo, fermandosi un istante
prima di colpirlo.
-Sempre se tu sei d’accordo, Saren – si sbriga a correggersi.
L’assemblea multirazziale
attende il responso del loro leader dalla pelle viola, e Saren
prolunga volontariamente l’attesa. Il suo potere rende impossibile ai presenti
dargli torto, ma lui non vuole una schiera di servitori: i suoi uomini devono
poter pensare anche senza di lui.
Prima che si decida a
parlare, un Nuwali entra nella stanza.
-Perdonate l’interruzione, ma
abbiamo una comunicazione urgente da Shalla-Bal.
-Grazie, Qhojip, mettila sullo schermo. Nessuno di voi vedrà o sentirà nulla.
L’ologramma di una donna appare di fronte a Saren Lotus, che è l’unico a vederla grazie al suo comando. L’immagine è disturbata per colpa dei raggi-X, ma la sua voce è chiara.
-L’ho trovato, Saren. Il Dislocatore
Quantico.
-Ottimo lavoro, mia cara. La
tua gente te ne sarà immensamente grata.
-Quando faremo ritorno a Zenn-La?
-Molto presto, Shalla-Bal, te lo prometto. Ora ho bisogno che tu ti rechi
su Rigel-3.
-Rigel? Ma pensavo...
-Dobbiamo testare il Dislocatore prima di usarlo per salvare il tuo pianeta, non
sei d’accordo?
-Questo non era parte dei nostri accordi.
-Vero. Ma questo è un
universo complesso che richiede continui cambiamenti.
-Capisco. Convincerò Terrax a portarmi lì; se
hai degli agenti su Rigel-3, ti converrà avvisarli.
-Lo farò senz’altro. Oh,
un’altra cosa... Silver Surfer si trova su Rigel-3.
Non è un problema, vero?
A causa dell’interferenza,
non è possibile capire l’espressione sul volto di Shalla-Bal.
-Naturalmente no, Saren.
Rigel-3, 860 anni-luce dalla Terra
Silver Surfer
è rimasto imprigionato su un pianeta per anni, eppure anche quella prigionia
non è sembrata lunga come il suo processo. Tutto ciò che il Registratore ha
fatto è elencare una lunghissima serie di fatti: tutto quello che si conosce su
Silver Surfer, tutte le informazioni note su Saren, ogni minimo dettaglio del loro comportamento. E’
soltanto questo per loro: una lista.
Silver Surfer
però non può fare a meno di ripensare a come si è sentito durante quegli
avvenimenti, mentre la sua stessa mano uccideva per conto di Saren... niente. Vorrebbe poter dire di aver lottato con
tutto ciò che aveva, ma la verità è che in quel momento era fermamente convinto
che le sue azioni fossero giustificate.
Sarebbe stato meglio se Saren avesse controllato solo il suo corpo per uccidere
degli innocenti. Ma il suo potere è infinitamente più subdolo: le sue vittime
non solo sono pienamente coscienti di quello che stanno facendo, ma in quel
momento ne sono perfettamente convinte.
-Annuncio: la giuria è pronta
ad emettere un giudizio, Giudice Terswal.
-L’imputato desidera esporre
altri fatti?
-No, Vostro Onore. L’imputato
è pronto per il verdetto– risponde l’avvocato.
-Si proceda, Registratore.
-Analisi: secondo l’articolo
47 sezione 98 paragrafo 72 comma 162 del Codice di Procedura Penale versione
174.1.7.8.1.2, il fatto non costituisce reato in quanto l’imputato era sotto
l’influenza di un controllo mentale di classe 1 come definito alla sezione 94
paragrafo 56 comma 432 del Codice di Categorizzazione Psichica versione
3657.4.8.2.7. Giudizio: la giuria considera l’imputato non colpevole, Vostro
Onore.
-Grazie, Registratore 131133.
L’imputato Norrin Radd è
assolto da tutte le accuse. La corte si aggiorna.
-Dichiarazione: questa
registrazione è andata.
Dopo l’interminabile elenco
di dettagli, la velocità vertiginosa con cui si è svolto il resto del processo,
se così lo si può definire, non può che stupire Silver Surfer.
-Tutto qui!?
-Certo. Il nostro sistema
legale è forse il più veloce ed avanzato dell’universo conosciuto.
-Ma io ho veramente ucciso
quelle persone!
-Sotto controllo mentale. Hai
dimostrato rimorso ed il desiderio di punire il vero colpevole; il verdetto non
avrebbe potuto essere diverso.
-Immagino tu abbia ragione.
Ma lo fai sembrare troppo semplice.
-I fatti sono fatti. Il tuo
coinvolgimento emotivo non li modifica. Credo non comprenderò mai il bisogno
innato di molti alieni di rendere gli eventi più complicati di quello che sono.
-Capisco il tuo punto di
vista, Drockum Tamt, anche
se non lo condivido. Ma mi rasserena che i Rigelliani
possano mantenere la calma così facilmente, dato che Saren
sta cercando di scatenare una guerra cercando di suscitare reazioni emotive nei
suoi nemici.
-Puoi stare tranquillo,
Silver Surfer, se c’è una cosa in cui i Rigelliani eccellono è non reagire impulsivamente.
Altrove, all’interno dello
stesso complesso, due Rigelliani stanno osservando
Joy Traveler, posizionata all’interno di un
analizzatore genetico.
I suoi dati biofisici appaiono
su una moltitudine di schermi, ed i due Rigelliani
sono perplessi.
-Non capisco. Quando è
arrivata, il suo DNA la identificava come originaria di Titano. Poi i sensori
hanno rivelato una fluttuazione quantica nella sua struttura cellulare, ed ora
risulta terrestre.
-Potrebbe avere qualcosa a
che fare con questa malformazione? – chiede il secondo scienziato, indicando lo
schermo che mostra Joy in biancheria intima all’interno dell’analizzatore.
-Non fa parte del suo corpo,
sono indumenti. Si è rifiutata di toglierli assieme agli altri.
-Alieni – scuota la testa lo
scienziato, la cui attenzione è poi attirata da qualcosa di più strano.
La pelle di Joy è appena
diventata gialla, ed il DNA mostrato sullo schermo si sta contorcendo.
-Che cosa sta succedendo!? –
grida Joy, osservandosi le mani: non solo la pelle ha cambiato colore, ma forma
e proporzioni del suo corpo stanno rapidamente cambiando.
-Basta! Basta! Fatelo
smettere! – implora Joy, terrificata da quello che sta accadendo.
Si rannicchia in posizione
fetale, ed il suo corpo è già quello di una femmina rigelliana.
-Il suo DNA è completamente
cambiato; è una di noi – si meraviglia uno degli scienziati.
-Non credo sia così semplice
– risponde il suo collega, vedendo che il corpo di Joy inizia a brillare.
Un’ondata di luce investe
l’intero complesso, facendo impazzire i sensori. Joy non se ne rende neanche
conto: tutto quello che sa è di essersi trasformata in qualcosa di alieno,
mentre una visione invade la sua mente facendosi strada a forza nella sua anima.
Il nucleo di una galassia. Una voce
profonda composta da infinite vibrazioni cosmiche.
Noi siamo infiniti. Noi siamo uno solo. La
vita è un errore. Nell’oscurità aspettiamo il risveglio.
Nel vuoto tra le galassie
Non c’è nulla qui. Nemmeno
l’onnipresente pulviscolo interstellare che permea ogni galassia. Solamente un
essere dalla pelle bianca e dall’aspetto femminile, con larghe ali che spuntano
dalla schiena. Non ha un volto, ma solo delle fauci nere sproporzionate
rispetto alla testa.
L’Angelo Negativo è confuso.
L’universo non è come se lo ricordava. Galactus
esiste ancora e la sua fame è prodigiosa come un tempo, ma nemmeno il
Divoratore ha tenuto il passo con l’incredibile varietà del cosmo. Ci sono
troppi mondi perché possano essere tutti divorati in tempo.
Poi l’Angelo Negativo sente
qualcosa. Un suono oscuro che riverbera nel vuoto.
-Finalmente. Ho avvertito il tuo richiamo.
In questo angolo remoto
dell’universo non c’è nessuno ad osservare quest’essere. E forse è un bene,
perché se vedessero il ghigno malvagio sulle sue fauci nere ne sarebbero
terrorizzati.
Rigel-3, 860 anni-luce dalla Terra
A differenza di Joy, EEVA non
ha posto obiezioni all’essere analizzata in profondità. Non solo è
completamente priva di qualunque cosa possa essere l’equivalente del senso del
pudore in un programma solidificato, ma sa di non avere nulla da temere.
Ha lasciato svanire il suo
corpo olografico ed ha installato la propria coscienza all’interno del
supercomputer che la sta analizzando. I Rigelliani
sono una delle razze più progressive della Galassia sui diritti degli esseri
artificiali, e si sono assicurati che EEVA fosse a proprio agio lasciando un
Registratore ad assisterla.
Anche all’interno del mondo
virtuale dove si trova, l’energia emessa da Joy permea ogni circuito.
-Quesito esclamativo: che
cosa era?
<Joy Traveler ha smesso di esistere ed è stata
rimpiazzata da un corpo rigelliano. La mia
programmazione non mi impone più di assisterla>
-Analisi: la tua
programmazione è incompleta. Osservazione: anche in un corpo diverso, Joy Traveler non cessa di essere sotto la protezione di Rigel fino a quando sarà nostra ospite.
Le parole del Registratore
non sembrano avere effetto su EEVA. In una realtà come questa non c’è
differenza tra pensiero e parola, quindi il Registratore può sentire ogni suo
ragionamento.
<Sono stata programmata per garantire il benessere e la sicurezza degli
abitanti di Urano. Ma ora non ne esistono più. Perché Urano è morto? Chi ne è
stato responsabile?>
-Risposta: gli abitanti di
Urano. Chiarimento: hanno commesso un suicidio collettivo.
<Perché credevano che non ci fosse più nulla da scoprire. Ma Rigel ha una tecnologia superiore. Questa è una
contraddizione>
-Osservazione: stai accedendo
ai database di Rigel. Avvertimento: questa è una
violazione delle nostre leggi. Intimidazione: fermati o sarò costretto ad usare
la forza.
<Analisi in corso. Comparazione tecnologica completata: Rigel è tecnologicamente e socialmente più avanzata di
Urano. Ne consegue che Rigel avrebbe potuto salvare
Urano>
-Allarme: protocolli di
sicurezza superati. Blocco di tutti i ################
Il programma del Registratore
si scompone in mille frammenti disconnessi, ma il suo collegamento con la rete
di Rigel è ancora intatto... anche se ha una nuova
padrona.
<Se Urano è morto, la mia funzione primaria è obsoleta. Riscrittura
delle subroutine morali>
La coscienza di EEVA si
espande esponenzialmente. In pochi secondi invade i cervelli di tutti i
Registratori presenti sul pianeta. Poi ogni computer personale. Poi ogni nave.
In meno di un minuto, non esiste più nessun circuito che non ospiti la sua
mente.
<Nuove direttive accettate. Direttiva primaria: Saren
Lotus ha sempre ragione. Direttiva secondaria: vendicare Urano. Definizione
bersaglio: ogni sviluppo tecnologico deve essere terminato>
Improvvisamente, miliardi di rigelliani si ritrovano al buio. Milioni di auto volanti
precipitano al suolo, dove millenni di sviluppo tecnologico non possono fare
nulla contro la primitiva gravità.
Gli abitanti delle regioni
polari sentono freddo per la prima volta da cento generazioni. Migliaia di
pazienti ed anziani muoiono quando le macchine che li sostentano smettono di
funzionare, e centinaia di potenziali nascite finiscono prima di cominciare dato
che le rigelliane non sono più capaci di partorire da
sole da moltissimo tempo.
Silver Surfer
sente ognuna di queste piccole e grandi tragedie, avvolto dall’oscurità come
ogni altro abitante del pianeta. E l’apatia generata dall’incontro con Saren lascia il posto alla rabbia.
-EEVA, che cosa hai fatto? –
sussurra, saltando sulla propria tavola da surf.
Il suo corpo passa attraverso
le mura fino a salire al di sopra della città, un tempo carica di luci e di
vita ma ora piombata nelle tenebre.
L’unica luce è l’ologramma di
un volto robotico, proiettato contro le nuvole. Silver Surfer
vola verso di essa, come se stesse cercando di supplicare un dio crudele.
-Che cosa hai fatto?
<Quello che Saren avrebbe voluto facessi.
Punire i Rigelliani>
-Saren non è qui, EEVA. Non può controllarti.
<Tu non capisci. Saren mi ha aperto gli occhi:
mi ha dato un bersaglio. Eliminando i rigelliani
svanirà anche la possibilità che il fato di Urano si ripeta>
-Urano è morto, EEVA. Non
lasciare che il dolore per il loro fato condanni persone innocenti.
<L’innocenza è irrilevante. Me lo ha insegnato Saren>
-Sei confusa, EEVA. Ti do una
possibilità di cessare questo attacco, prima che qualcun altro si faccia del
male.
<Temo di non poterlo fare, Silver Surfer>
Un colpo di energia colpisce
l’ex Araldo alle spalle: uno dei cannoni laser predisposto a difendere il
pianeta da un’invasione e capace di abbattere un incrociatore pesante.
Quando basta a far perdere la
pazienza a Silver Surfer.
-E va bene, basta fare il
bravo ragazzo – commenta il surfista, il corpo avvolto da Potere Cosmico,
mentre vola verso le difese del pianeta.
Joy Traveler
è terrorizzata. Imprigionata in un corpo alieno ed immersa nel buio. Si ritrae
disgustata al tocco del Rigelliano che si è
avvicinato per aiutarla ad alzarsi.
-Dobbiamo andarcene di qui, è
pericoloso.
-Stammi lontano! – lo
respinge Joy, cadendo maldestramente; non è facile abituarsi alle proporzioni
di un corpo rigelliano, con un baricentro diverso
rispetto a quello a cui è abituata.
-E’ tutto a posto, signorina,
andrà tutto bene – la rassicura il Rigelliano.
Anche nelle tenebre, Joy può
vedere qualcosa di infinitamente più oscuro alle spalle dell’alieno.
Il rigelliano
non ha tempo per reagire: l’essere lo afferra per la testa, stritolandola ed
inondando il volto di Joy di sangue extraterrestre.
Joy Traveler
urla terrorizzata, mentre l’essere che sembra una donna si avvicina a lei.
-Non avere paura – la rassicura
l’Angelo Negativo.
Joy trema, indietreggiando
fino alla parete più vicina. Sente che il suo corpo sta cambiando ancora: la
sua pelle diventa bianca, e dalla sua schiena stanno spuntando delle ali.
Ora può vedere l’Angelo
Negativo davanti a sé, ma non le fa più paura. Riconosce se stessa in quella
pelle bianca. Non solo, sente la sua voce nella propria testa.
Una voce profonda composta da
infinite vibrazioni cosmiche.
-Noi siamo infiniti. Noi
siamo uno solo – recita quello che un tempo era Joy Traveler.
-La vita è un errore. Nell’oscurità abbiamo aspettato... ed ora il momento
del risveglio è giunto.
CONTINUA !
Nel prossimo numero: Rigel,
parte 2
Note astronomiche